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FAMIGLIA E VITA MILITARE

LE FAMIGLIE DEI MILITARI: UN PO’ DI STORIA

 

Per un lungo periodo, le Forze Armate hanno ostacolato i militari nel costruirsi una propria famiglia, in quanto si temeva potesse essere un impedimento al lavoro e allo svolgimento della professione di soldato. Questo divieto, in passato, veniva imposto specialmente ai più giovani di età e ai più bassi in grado ma non accadeva lo stesso con i giovani Ufficiali.

Fu solo dopo la Seconda Guerra Mondiale che negli Stati Uniti si iniziò a comprendere l’importanza del ruolo della famiglia nella vita di un soldato, come meccanismo di sostegno a chi era costretto a combattere al fronte. Questa attenzione però, in un primo momento, era del tutto “strumentale” in quanto mirava al benessere del militare, e quindi responsabile delle sue prestazioni positive sul lavoro. A tal proposito, a partire dagli anni ’50 era permesso alle famiglie di seguire i militari/congiunti continuamente trasferiti da una base all’altra e si arrivò a comprendere che la famiglia doveva essere pronta a sostenere il peso e le difficoltà di una missione, tanto quanto un soldato.

SUPPORTO ALLE FAMIGLIE DEI MILITARI

Il supporto alle famiglie dei militari è utile per creare un equilibrio tra vita privata ed esigenze lavorative. Sono state proposte diverse attività di sostegno:

  • un’organizzazione istituzionale interna gestita localmente presso ogni reparto, in grado di fornire assistenza e aiuto in diversi campi professionali (medico, psicologico)
  • un’associazione volontaria, esterna all’Istituzione, senza legami o vincoli con l’organizzazione militare
  • un’associazione volontaria che però riceve riconoscimento e sostegno istituzionale a livello locale ovvero dal reparto presso il quale sorge e opera, utilizzando spazi, mezzi di comunicazione e supporto logistico interni
  • uno sportello di ascolto gestito da personale militare specializzato nel fornire indicazioni e informazioni

Spesso vengono organizzati incontri e riunioni per spiegare a mogli/mariti e figli lo scopo della missione in cui viene impiegato il proprio congiunto. Nonostante le tante possibili soluzioni alcuni nuclei familiari sentono di non dover condividere le proprie difficoltà, i motivi sono generalmente due: il primo è quello di ritenere che la diffusione di notizie possa nuocere alla carriera del soldato interessato, il secondo è la completa autonomia da parte della famiglia nel gestire la situazione problematica.

Cari amici, parleremo ancora del Trasferimento di sede e delle sue difficoltà, del disagio psichico del Militare e della sua famiglia. Condividete l’articolo con amici e colleghi. Buona lettura!

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